Proprietà benefiche del ginseng: la radice che sostiene mente e corpo | SIF Magazine

2022-09-23 08:34:47 By : Ms. Grace chan

Sapienza Università di Roma

Il ginseng è costituito dalla radice di Panax ginseng C.A. Meyer (Fam. Araliaceae). È anche noto come ginseng coreano o asiatico in quanto cresce spontaneamente in Cina, Nepal e Corea. Altre specie di ginseng comunemente impiegate sono il P. japonicus (ginseng giapponese, proveniente dal Giappone, dall’India e dal sud della Cina) ed il P. quinquefolius (ginseng americano, che cresce nelle foreste americane e in Canada). 

A seconda della lavorazione, si distinguono, inoltre, il ginseng bianco, se la radice fresca viene lavata, raschiata ed infine essiccata, ed il ginseng rosso, se la radice fresca viene trattata con vapore (90-100° C, per 2-3 ore) e successivamente essiccata. Il ginseng rosso è considerato commercialmente più pregiato del ginseng bianco1.

I principali costituenti del ginseng sono un gruppo di sostanze chiamate saponine triterpeniche, i ginsenosidi, il cui contenuto può variare tra le diverse specie ed è, inoltre, influenzato dal metodo di lavorazione della radice. Ad esempio, il ginseng bianco contiene all’incirca il 2-3% di ginsenosidi, mentre quello rosso l’1%. Nel ginseng sono presenti anche polisaccaridi, zuccheri insomma, noti come panaxani, ed un olio essenziale. 

Le radici essiccate devono contenere almeno lo 0,4% di ginsenosidi, nel rispetto dei criteri di qualità previsti dalla Farmacopea Ufficiale2.

Al ginseng sono attribuite proprietà adattogene. In particolare, si ritiene che sia in grado di migliorare la resistenza, sia fisica che mentale, allo stress e alla fatica, in caso di convalescenza, stanchezza, perdita di concentrazione, mancanza di appetito, ansia ed insonnia. Ciò ne consente l’impiego in una vasta gamma di condizioni.

Infatti, esso è impiegato per aumentare le performance sportive e cognitive, come immunostimolante, per la regolazione dei livelli di glucosio e lipidi all’interno dell’organismo, in caso di ipertensione e nella disfunzione erettile3. Si ritiene che tali benefici siano dovuti al contenuto in ginsenosidi4.

Oltre all’impiego tradizionale come infuso o decotto, il ginseng è attualmente disponibile in numerosi integratori alimentari sottoforma di tintura, compresse, tavolette masticabili, e granulato per soluzione orale. In tali prodotti, è solitamente presente come estratto secco con un contenuto molto variabile di ginsenosidi. Comunemente si utilizzano due estratti etanolici standardizzati: il G115 ottenuto dal P. ginseng e contenente il 4% di ginsenosidi totali, e il NAGE (North America Ginseng Extract) ottenuto dal P. quinquefolius e contente il 10% di ginsenosidi totali1. 

Attualmente, è molto diffuso l’impiego a scopo ricreativo del cosiddetto “caffè di ginseng”, che viene proposto nei bar o nei distributori automatici. Si tratta, in realtà, di una bevanda aromatizzata al ginseng, in quanto il suo contenuto è molto basso (0,3% - 1%). 

Sono stati condotti numerosi studi clinici al fine di valutare l’efficacia del ginseng in diverse condizioni patologiche. Tuttavia, la variabilità degli estratti, del periodo oggetto di studio e dei soggetti coinvolti, non permettono di trarre conclusioni certe.

Un’eccezione è rappresentata dagli studi clinici condotti sull’estratto G115, ben caratterizzato e standardizzato. Tali studi hanno dimostrato l’efficacia di questo estratto specifico nel controllo della glicemia e dei lipidi, nel migliorare l’energia, le prestazioni fisiche e le funzioni cognitive, e come stimolante del sistema immunitario3.

Il ginseng è generalmente ben tollerato. Gli studi clinici hanno evidenziato soltanto effetti avversi di lieve entità, come disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea, costipazione), insonnia, orticaria e prurito3. Tuttavia, l’EMA ne consiglia l’uso per brevi periodi (non più di tre mesi) e alle dosi raccomandate. Infatti, a dosaggi elevati e per trattamenti prolungati è stata riportata una condizione nota come “sindrome da abuso di ginseng” caratterizzata da tremori, diarrea, irritabilità ed insonnia5.

Alcuni studi hanno inoltre evidenziato una possibile interazione tra ginseng e farmaci anticoagulanti e antidepressivi. Tuttavia, tali interazioni devono essere ancora chiaramente dimostrate6.

Da quanto detto emerge come il ginseng possa essere ritenuto una droga utile come supporto in caso di stress psico-fisico e in altre condizioni e, nel complesso, sicura. Tuttavia, considerando il potenziale rischio di interazioni con i farmaci convenzionali, è opportuno che in soggetti in terapia farmacologica con anticoagulanti o antidepressivi la sua assunzione avvenga sotto la supervisione di personale sanitario.

È inoltre importante che i consumatori siano consapevoli del fatto che l’efficacia clinica del ginseng, nelle situazioni sopra descritte, è stata evidenziata utilizzando un particolare estratto, il G115, la cui composizione è ben definita e diversa dalla radice per contenuto di ginsenosidi (10% vs 0,4%). Pertanto, l’assunzione di preparati contenenti estratti differenti potrebbe non determinare gli effetti desiderati.

Questi aspetti sottolineano l’importanza per il consumatore di conoscere le problematiche legate all’assunzione del prodotto naturale al fine di un impiego razionale e sicuro. È altrettanto importante che la comunità scientifica si faccia promotrice di una informazione corretta rivolta sia al pubblico che al personale sanitario.

1 Mazzanti, Dell’Agli, Izzo. Farmacognosia e Fitoterapia, 2020.

2 Farmacopea Europea 10 edizione, https://www.edqm.eu/en/european-pharmacopoeia-ph-eur-10th-edition

3 J Ginseng Res. 2020;44(2):179-193. doi:10.1016/j.jgr.2019.06.003

5 https://www.ema.europa.eu/en/documents/herbal-monograph/final-community-herbal-monograph-panax-ginseng-ca-meyer-radix_en.pdf

6 J Ginseng Res. 2021;45(2):199-210. doi:10.1016/j.jgr.2020.02.004

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