Il geranio che “cura i polmoni” (detto popolare Zulù) - Senigallia Notizie

2022-09-23 08:18:32 By : Mr. Renlong Ma

Pelargonium sidoides è una pianta semiarbustiva, perenne che cresce su terreni neutri e alcalini in Sud Africa, dove la si trova sia spontanea che coltivata; può raggiungere i 50 centimetri di altezza, produce numerose foglie cuoriformi/arrotondate e lungamente picciolate, vellutate e dal profumo leggermente aromatico.

I fiori sono dotati di cinque petali, di colore caratteristico, generalmente rosso-porpora tendente al nero-viola, dotati di un lungo scapo fiorale

Fiorisce praticamente dalla tarda primavera a tutta l’estate con un picco della fioritura a dicembre (piena estate in Sud Africa).

Produce radici tuberose, voluminose, che dopo il 3°-4° anno di vita, costituiscono la fonte da cui estrarre i componenti caratteristici della pianta. Si adatta bene anche al clima temperato proprio del mediterraneo.

Pelargonium deriva dal greco pelargos (pelargos) che significa cicogna, in allusione alla somiglianza della capsula affusolata contenente i semi della pianta con la testa e collo della cicogna; sidoides deriva dal Latino e significa “adagiato a terra”.

Molte specie appartenenti al genere Pelargonium vantano una notevole importanza nella tradizione della medicina popolare sudafricana: alcune di queste Geraniaceae costituiscono la base di molti medicinali fitoterapici il cui impiego è ben documentato e diffuso fra diversi gruppi etnici , tra cui gli Zulu, i Bantu, gli Xhosa e i Mfengu ( Watt e Breyer-Brandwijk, 1962; Hutchings 1996).Anche Pelargonium sidoides , grazie alle proprietà curative delle sue radici, è tenuta in alta considerazione dai medici della tradizione popolare e dalla stessa popolazione indigena dei luoghi da cui origina, infatti  gode di ampio credito nel trattamento di disturbi gastrointestinali, nel trattamento di affezioni delle vie respiratorie tra cui persino la tubercolosi, (Helmstadter 1996) .

“Umckaloabo” è il nome con il quale i medici Zulù chiamano il decotto di radici di Pelargonium sidoides: il termine è costituito da “Umkaluane” che significa “per la cura dei disturbi ai polmoni” e da “Uhlabo” il cui significato è “per il dolore toracico” .

La conoscenza di questa pianta è pervenuta al mondo della medicina “occidentale”, a seguito delle colonizzazioni delle regioni meridionali dell’Africa da parte di olandesi e inglesi, nel XVII secolo.

È stato così che gli europei sono venuti a conoscenza del pelargonio e del grande ruolo che gli viene attribuito nell’ambito di molte terapie locali; le spiccate virtù terapeutiche, in particolare nei confronti della tubercolosi, sono emerse solo nel XIX secolo, quando ad un ufficiale inglese, un certo Stevens, affetto da una forma di tubercolosi, poco sensibile alle cure dell’epoca, venne consigliato in ultima ratio di recarsi in un clima più favorevole, quello del sud Africa.

Il maggiore Stevens era affetto da tempo da questa malattia e in Sud Africa fu curato da un medico Zulu che gli prescrisse un decotto realizzato con le radici d Pelargonium sidoides, riuscendo a guarirlo.

Tornato quindi in Inghilterra, Stevens volle proporre questo nuovo rimedio che chiamò Stevens’ Comsumption Cure, all’attenzione del mondo scientifico. Vennero conseguiti ottimi risultati confortati da un’ampia casistica e meritando l’approvazione da parte della classe medica.

La pianta continuò ad essere utilizzata a lungo in Europa anche per il trattamento della tubercolosi polmonare, ma, nonostante i successi, con l’avvento dei tuberculostatici di sintesi, più economici ed efficaci, l’impiego con tale indicazione decadde.

L’utilizzo degli estratti di Pelargonium sidoides è stato comunque mantenuto attivo per contrastare varie malattie respiratorie ed oggi queste preparazioni e relative potenzialità stanno suscitando un notevole interesse presso il mondo scientifico di numerosi paesi europei.

I principali costituenti attivi sono i composti fenolici: dal semplice  acido gallico fino a molecole complesse appartenenti al gruppo delle proantocianidine. Sono state isolate, in minima percentuale, alcune cumarine per le quali emerge l’alto grado di ossigenazione e in alcune, anche di solfatazione, peculiarità che rendono queste rare sostanze, un marker chimico della pianta. Le proantocianidine presenti sono ad alto peso molecolare e appartenenti sia al diffuso tipo “B” che al più raro gruppo “A”.

Il fitocomplesso comprende inoltre Flavonoidi, in particolare Flavanoli, minerali, fra cui Calcio e Silicio, Fitosteroli e un Olio essenziale.

Pur avendo perso, nel corso del tempo, l’indicazione per la cura della tubercolosi, questo piccolo geranio ha mantenuto un importante ruolo nel controllo di svariate affezioni a carico delle vie respiratorie; il suo tradizionale utilizzo nei confronti del bacillo di Koch, trova oggi un razionale scientifico che ne spiegherebbe, almeno in parte, il meccanismo d’azione: l’attivazione dei macrofagi e quindi del sistema immunitario aspecifico.

I macrofagi , definiti anche cellule spazzino, sono il cardine dell’immunità naturale e la loro attivazione è stimolata intensamente da questa pianta ; si è osservato che il fitocomplesso sia in grado di favorire, in corso di infezione, le funzioni di difesa, incrementando in particolare, la produzione di monossido di azoto, la liberazione di interleuchine ( IL-1,IL-12 e IL-18) e di tumor necrosis factor (TNF-a ) importanti attivatori della risposta immunitaria alle infezioni; si apprezza anche un aumento dei livelli di interferone alfa, beta e indirettamente, del gamma .(Thale 2010)(Kolodziej 2007) (Witte et al 2015)

Essendo la maggior parte delle infezioni a carico delle vie aeree, di origine virale, Pelargonium sidoides, può quindi vantare un ruolo di controllo di numerose sindromi respiratorie.

Quanto esposto trova conferma in più di trenta studi condotti nei confronti delle manifestazioni maggiormente ricorrenti: gli estratti, sono risultati molto efficaci nel trattamento del raffreddore comune, di faringo-tonsilliti non streptococciche, di rino-sinusiti e di bronchiti acute e croniche. (Cochrane 2008-2013)

E’ significativo rilevare che in una sindrome da raffreddamento, già dopo 3-5 giorni, i sintomi, come naso chiuso, mal di gola, congestione delle vie aeree, tosse, mal di testa, dolori muscolari e febbre, venivano significativamente ridotti, permettendo la ripresa della normale attività quotidiana; questa valutazione, effettuata dal personale medico, evidenzia un ottimo grado di soddisfazione dei pazienti accanto a una grande tollerabilità del trattamento senza particolari reazioni avverse. (Keck et al 2015) L’efficacia è risultata analoga nel trattamento delle faringo-tonsilliti non streptococciche. (Heger-Bereznoy 2003)

In un recente studio, eseguito a Francoforte presso l’Università Goethe Istituto di virologia, sono stati valutati gli effetti prodotti dagli estratti di radice del pelargonio nei confronti dell’attività di alcuni virus respiratori. In sintesi è emerso che l’azione della pianta è in grado di inibire, invitro, la progressione virale di numerosi ceppi, come i virus influenzali H1N1 e H3N2, il virus respiratorio sinciziale, il coronavirus ( HCo 229°), il virus parainfluenzale (parainfluenza 3) e il coxsackie virus ( coxsackie A9 ) (Michaelis et al 2010)

In una ricerca condotta dal Prof. Soresi, primario di Pneumologia dell’ospedale Niguarda di Milano, pubblicata su Medicinae Doctor XVIII, 3, 2011, sono stati esaminati e trattati con estratti etanolici standardizzati di Pelargonium sidoides ,vari gruppi di soggetti fra cui anche pazienti bronchitici cronici e bronchiectasici, portatori di infezione cronica delle vie respiratorie.

La somministrazione dell’estratto ha permesso di ridurre la carica batterica, ha potenziato le reazioni di difesa immunitaria, ha inoltre ridotto lo stress endoteliale dovuto alle tossine batteriche e l’eccesso di radicali liberi prodotti dal maggior lavoro dei macrofagi; questo effetto, fondamentalmente  legato alla significativa presenza dei composti polifenolici del geranio. è molto importante, perché dimostra non solo che la pianta è in grado di contrastare un’infezione anche in pazienti particolarmente fragili, ma di essere anche dotata di notevole capacità antiossidante e quindi in grado di controbilanciare la produzione di specie radicaliche derivanti dallo stress ossidativo in corso di infezione .

Esistono molte evidenze cliniche e studi che permettono di estendere il campo di impiego in modo sicuro, non solo nell’adulto ma anche in ambito pediatrico.  Pelargonium sidoides è infatti una pianta medicinale utile nel controllo di infiammazioni a carico delle vie aeree, di stati da raffreddamento e di tipo influenzale anche in tenera età, dove ha dimostrato efficacia e sicurezza di impiego già dal primo anno di vita. Questo piccolo geranio è dotato anche di un’utilissima attività definita secretolitica e secretomotoria: questa azione permette, in corso di congestione delle vie respiratorie, una più rapida eliminazione dalla superficie mucosa, dei patogeni, del muco in eccesso e di materiale estraneo, determinando così un miglioramento della funzione respiratoria, un maggior controllo dell’infezione e della sintomatologia correlata come tosse, raucedine, difficoltà respiratoria (Bao et al 2015)(Neugebauer et al 2005).

L’estratto standardizzato di Pelargonium sidoides registrato in Germania con la sigla Eps 7630®, viene normalmente utilizzato sotto forma di compresse da 30 mg, da assumere tre volte al giorno, o come estratto etanolico al 12% (V/V) in gocce, alla dose di venti gocce tre volte al giorno; in questo paese la pianta può essere somministrata a partire dal secondo anno di età, così anche in Olanda e Spagna, mentre in Svizzera già dal primo anno. In Italia l’estratto etanolico standardizzato di Pelargonium sidoides è registrato come farmaco di automedicazione utilizzabile contro le malattie da raffreddamento a partire dal sesto anno di età (la forma in sciroppo), nell’adulto si utilizza o sotto forma di compresse o di gocce.

Non sussistono dati che ne permettano l’impiego in sicurezza durante la gravidanza e durante l’allattamento; l’estratto non va utilizzato in soggetti che hanno intrapreso terapie anticoagulanti e in coloro che sono affetti da gravi patologie epato-renali.

Pelargonium sidoides è comunque una pianta che presenta un ampio margine di sicurezza di impiego anche in ambito pediatrico: un’analisi svolta in Germania ha evidenziato che dal 1994 al 2006, su 304 milioni di dosi giornaliere, somministrate per un terzo a bambini di età inferiore ai dodici anni, si sono verificati casi sospetti di effetti collaterali, pari a 0,27 casi ogni milione di dosi. Una revisione del 2017 conferma su larga scala questi dati evidenziando tra l’altro la compatibilità dell’estratto con il contemporaneo utilizzo del paracetamolo senza determinare interferenze. (Riley et al 2017)

Pelargonium sidoides è tra le specie vegetali monografate dal Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC) dell’European Medicines Agency (EMeA). (//www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Herbal_-_Community_herbal_monograph/2011/04/WC500105388.pdf)

In Sudafrica,  Pelargonium sidoides  grazie all’aumentata diffusione in campo medicinale, viene ampiamente coltivata ed esportata, diventando così anche fonte di sostegno economico per la popolazione locale, che viene fattivamente coinvolta nei processi di coltivazione e selezione.

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